Il pastrocchio della Raggi sulle piste ciclabili

di Gianluca De Rosa

Non c’è niente di più semplice e meno divisivo della mobilità in bicicletta da sventolare in campagna elettorale. La sindaca ci prova. Ma dal Torrino a Battistini i comitati di quartiere insorgono

centocinquanta chilometri di nuove ciclabili, almeno la metà di proteste e polemiche. Virginia Raggi ci conta molto. Entro fine consiliatura sogna che una buona quantità dei 150 chilometri di piste ciclabile promesse alla città durante la pandemia possa essere davvero realizzato. Non c’è niente di più semplice e meno divisivo della mobilità in bicicletta da sventolare in campagna elettorale. Questo discorso però vale in generale. Come concetto. In concreto, dal Torrino a San Giovanni, da via Gregorio VII a Battistini, ogni nuovo percorso è finito al centro delle polemiche di residenti e dei commercianti. Parcheggi che scompaiono, lavori lasciati a metà, corsie stradali troppo ristrette. Il campionario delle lamentele è lunghissimo.

L’ultimo caso è proprio quello della ciclabile Battistini. L’obiettivo del progetto è quello di collegare il capolinea nord della metro A alla stazione ferroviaria Gemelli, a un passo dall’omonimo ospedale, da dove parte l’Fl3, uno dei treni urbani che contribuisce all’offerta di trasporto pubblico in città. Da qui, ormai da anni, parte un altro percorso ciclabile che correndo accanto alla ferrovia arriva fin sopra Valle Aurelia, nel parco di Monte Ciocci. Sulla carta, una bella operazione. Perfettamente in linea con la filosofia dell’intermodalità e della mobilità dolce. In pratica, un bel pastrocchio. Nel quartiere sono cominciate subito le proteste. “Su via Mattia Battistini – spiega il consigliere del Pd del Municipio XIV Julian Colabello – sono stati eliminati diversi parcheggi senza che vicino alla stazione della metro fosse realizzato un nuovo spiazzo di scambio: i lavoratori che sono costretti ad arrivare in auto dai quartieri più periferici dove metteranno la macchina?”. La posizione del Pd è sintetizzabile in uno slogan “Ciclabile sì, ma non così”. Spiega Colabello: “Ho già fatto un accesso agli atti per chiedere se sono stati rispettati gli standard urbanistici, in particolare sulla densità abitativa rispetto ai parcheggi presenti”. C’è poi il lato Pineta sacchetti. Da queste parti anche i vertici del Gemelli hanno storto il naso. Il policlinico non ha ancora espresso una posizione ufficiale, ma tra i vertici, confermano fonti dell’Ospedale, c’è grande perplessità. La ciclabile è stata realizzata su entrambi i sensi di marcia e ben separata con i cordoli dalla strada. Senza togliere il marciapiede centrale però di fatto le due corsie presenti per carreggiata si sono ridotte ad una e mezzo. “Un bel problema – spiega Carla, 64 anni residente del quartiere – visto che la strada è già trafficatissima e spesso le ambulanze hanno difficoltà a passare. Negli ultimi giorni – racconta – spesso rimangono impantanate nel traffico perché le auto non hanno i margini di manovra per spostarsi”.

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